Rat Look – ruggine a go go

La citazione delle parole dei famosi comici Monty Python si impone: “ e adesso qualcosa di completamente diverso”.

Ecco le ferree regole di un look dove, contrariamente alla credenza popolare, non “vale tutto”.


Furgone split ex assistenza Elevatori Linde: un capostipite del fenomeno rat. Dopo alcune modifiche riguardanti soprattutto le ruote (dapprima cerchi originali , poi gli Empi Sprintstar) rimane un punto di riferimento

Il Rat Look e’ uno stile giovane. Trent’anni fa non si poteva fare, perché bisognava aspettare che le macchine invecchiassero al punto giusto. A volte, con le automobili ci vuole la pazienza di Jack Daniel….ma alla fine ecco il premio: tanta ruggine con cui giocare a fare gli anticonformisti.
Bisogna infatti sentirsi di andare controcorrente per sfoggiare vetture da rottamaio, impreziosite solo da alcuni particolari che le distinguano, per le loro condizioni, dalle carcasse impilate all’aperto da anni. Il fenomeno nasce senza dubbio per caso ad opera di qualche impaziente che non ha saputo attendere la fine del restauro per esibire la sua amata vw. La scintilla ha in seguito rapidamente incendiato un movimento (con cui il caso c’entra poco) pienamente consapevole che le automobili perfette sono in fondo tutte uguali e che solo attraverso la ruggine, le botte ed i vari segni del tempo hanno una storia da raccontare.


Uno dei peggiori esempi di conservazione per la specie Volkswagen: alcuni buchi sul tetto erano talmente grandi da essere riparati con la schiuma uretanica. Un vero orgoglio! Si noti la marmitta ANSA.

Sono molti gli oggetti che hanno bisogno di essere “vissuti” per essere belli: dalla giacca di pelle al pulmino Volkswagen il passo è breve e coinvolge ormai un grande numero di veicoli a livello mondiale. Per distinguersi, infatti , un dodici volt non basta più: un rat non e’ un semplice rottame, come le masse amano pensare, anzi, servono macchine pregiate per realizzarne uno ad alto livello. Una scelta sottile dunque, di cultura, da intenditori insomma; anche se non priva dei suoi detrattori. I rat sono odiati da tutta la trasposizione automobilistica dei “SOLITI BENPENSANTI”: questa categoria di moralisti dell’auto vuole le macchine tutte pulite , originali ed uguali. Chiusura mentale incondizionata e nasi che si storcono all’arrivo di un qualunque custom, figuriamoci di un rat!. E’ soprattutto per infastidire questo genere di persona che il “ratter” trova la forza di andare avanti!!! Essere ratter significa andare controcorrente: lasciare le croste di ruggine sulle automobili preziose che altri vorrebbero per sempre chiuse in un garage di bambagia: vi chiameranno straccioni, zingari, irriverenti. Sottintenderanno che voi, porci, non meritate le vostre perle. Sarete con soddisfazione la spina nel fianco di questi dinosauri , ma dovrete impegnarvi per tenere a bada gli istinti sbagliati. Smettere di desiderare il restauro: questo e’ il nirvana del rat! Siete davvero pronti?

Scelta della vettura

Come accennato, una vettura recente non va bene, quindi lasciate perdere la produzione dopo il ‘68. Il motivo? Non bisogna confondersi con dei “normali” rottami. Anzi, visto che siete in ballo lasciate perdere anche i “tardi” sei volt, (quelli con i vetri grandi ) e sarete al riparo da qualsiasi rischio. La scelta della vettura di base è in realtà complicatissima e si presenta come l’operazione più difficile dell’intero look.


Esempi di corrosione europea. Grandi buchi di ruggine.

Il rat, infatti, e’ come un bonsai. Parte cioè da un preciso disegno mentale del proprietario. Difficile,ahimè, trovare una vettura invecchiata al punto giusto: più facile imbattersi nel troppo o nel troppo poco. Ricordiamoci infatti che la carrozzeria va lasciata così com’è: consumata dal tempo, con tutti i segni e la ruggine: difficile, in un quadro del genere, eseguire delle riparazioni (per esempio su parti strutturali) mimetizzabili, le quali rischiano quindi di apparire stonatamene nuove in un contesto di patina totale. Ideale sarebbe trovare un esemplare corroso “alla californiana”, cotto cioè nella vernice e nelle guarnizioni ma sano nelle parti strutturali. La ragione e’ che il nostro clima differisce molto da quello della west coast, dove ad invecchiare le macchine e’ il sole….In Europa ci pensa l’acqua!!!


Ottima base, corrosa “alla californiana”, vernice consumata dal sole e non dalla pioggia

Il risultato è che, molte volte, la parte superiore delle scocche rimane lucida e quella inferiore marcisce, con risultati pessimi ai fini della realizzazione di un rat. Non abbiate fretta….le Volkswagen sono come il pejote! Non siete voi trovarle. Sono loro a trovare voi! Aspettate una macchina che vi “chiami” davvero e non fate acquisti affrettati.
Il rat e’ un look nato sui pulmini, veicoli che di solito sono guidati da persone mentalmente svincolate da certi schemi, ma si può fare anche sui maggiolini, sulle tipo tre, sulle Karmann Ghia e addirittura sulle Porsche 356.


Tutti i modelli derivati dal maggiolino sono adatti al rat-look: nelle foto vediamo Karmann Ghia, Porsche 356, VW 181 (Pescaccia).

Più rara e’ la base più interessante sarà il risultato. Perfetti per la loro soverchiante personalità sono tutti i tipo2 split, veicolo da sempre accostato ad un’immagine eccentrica. Sceglietene uno più vecchio possibile. Se cercate la perfezione optate per un furgone chiuso, che regalerà ancora più cupezza e cattiveria al risultato finale rispetto a quello che potrebbe fare un modello finestrato. Pare che l’ultima moda sia quella del furgoni con scritte pubblicitarie d’epoca, realizzate in tempi remoti da veri artisti del pennello.


I pulmini evidenziano la maggior attitudine al rat-look: ecco tre stupendi esemplari.

Carrozzeria

Da un certo punto di vista, approcciare il rat e’ avvicinarsi alla forma più nobile di passione automobilistica: la conservazione. Una conservazione estremizzata, certo, ma pur sempre tesa a lasciare le cose come il tempo le ha rese. Il fine è che il mezzo dia la stessa impressione ed emozione di quando lo avete scoperto abbandonato in un prato o in un cortile. Quante volte siamo stati colpiti dal fascino di una carcassa che e’ svanito a restauro ultimato? Non curatevi dunque delle colature di ruggine e dell’ossido opaco sulla vernice : guai a rimuoverli!!!!! Lasciate al loro posto perfino le piccole insorgenze muschiate intorno alle guarnizioni e limitatevi a sciacquare la carrozzeria da lontano: usando energicamente la spugna tendereste a “lucidarla”.


Carrozzeria intonsa: questo rat sembra davvero levato da un prato 5 minuti fa, se non fosse per le ruote grintose e luccicanti.

Se temete per l’igiene della vostra persona lavorate sul rinnovo di tutte le vaccinazioni ma non cedete!!! Il rat non conosce mezze misure. Lasciate al loro posto i buchi di corrosione piccoli e le bolliture negli angoli. Se le parti strutturali sono bucate in maniera preoccupante (ma ormai siete innamorati della macchina) riparatele pure, ma state attenti a non farlo troppo bene: saldate una pezza senza stuccarla e pennellatela con un colore traslucido che sia anche solamente simile al resto della carrozzeria. Non tentate di nascondere le riparazioni invecchiandole artificialmente: la camuffatura si capirà lontano un miglio ed il risultato sarà tristissimo.


Un bel due vetri rat ma senza esagerare: soprannominata “Rosita” a causa dell’improponibile colore, si fa notare per il cofano posteriore cabrio in rigoroso controtinta e per i cerchi Sprintstar..

Sostituite solo i particolari indispensabili che non si possono riparare. Usate ricambi di seconda mano e fuggite il nuovo come la peste. Una cromatura perfetta potrebbe distruggere l’immagine d’insieme. Usate, se volete, pochi adesivi d’epoca. Sceglieteli grandi: per passare inosservati ormai e’ tardi. Avete fatto una scelta. Siatene orgogliosi. Decidete voi se eliminare o meno i paraurti. In alternativa dei t-bars andranno benissimo. Sui furgoni la tendenza e’ quella di eliminare solo il paraurti posteriore. Sulle tipo tre e Karmann Ghia assolutamente nessun paraurti. Rovinerebbe la linea favolosa dei musi a scalpello che caratterizzano queste vetture. Accessori? Poco o niente: connotate la vostra realizzazione magari con un solo accessorio di grande pregio, che avrà modo di spiccare solitariamente. Ottimi per questo scopo sono i portapacchi, i fanali di profondità da specchietto ed i paravacche d’epoca limitatamente ai furgoni. Tutto vissuto, ovvio: ne va della vostra fama.


Portapacchi, ghiacciaie, condizionatori da finestrino e grossi adesivi condiscono senza sovrabbondanza la ricetta del rat

Tutte le attenzioni nel comporre una scocca in cui ogni accessorio sia corroso e consumato vogliono preparare l’insieme al contrasto con il particolare da mettere in risalto, che deve essere rigorosamente fiammante: i cerchioni. Mai come nel contesto rat e’ vera questa frase: “il cerchio e’in grado di fare look anche da solo”. Vediamo!

Assetto e cerchi
Un rat senza assetto e cerchi non e’ un rat, e’ un rottame. Preparatevi a stupire: serve solo il meglio.
Se pensavate di risparmiare vi siete sbagliati. Adesso viene il bello: vale il look inclinato in avanti o l’assetto piatto su entrambi gli assi, ma in entrambi i casi deve essere estremo.


Contrapposizione delle due scelte possibili in materia di assetto: a sinistra (14) un assetto piatto (tipo low rider) con avantreno stretto. A destra (15) un assetto tipo cal-look marcatamente puntato in avanti.

Davanti, visto che parliamo di vetture a sei volt, usate sia avantreno regolabile che fuselli ribassati. Solo cosi’ potrete appoggiare veramente il muso per terra. Usate avantreni ristretti nella carreggiata. Più le ruote si nasconderanno più sarete considerati misteriosi e carismatici.
Dietro lasciate l’assetto originale se volete inclinare oppure lavorate sulle barre se volete un assetto low-rider che possa fare invidia a certe Impala del ‘65 residenti nei quartieri peggiori di Los Angeles. Certi paragoni mettono i brividi e fanno pensare che alcune persone (bandanate) abbassino le macchine per mirare meglio alle ginocchia con delle armi difficili come quelle automatiche!! Noi no. Noi siamo cattivi, ma solo per gioco.


Cerchi Erco per questo Karmann Ghia contraddistinto da un assetto rasoterra.

Il rat, infatti, a parte isolate eccezioni non tocca nemmeno il suolo della dragstrip. L’assetto e’ dunque una questione estetica. Se i cavalli ci saranno, saranno solo per esibirsi in furiose sgommate! Veniamo ai cerchi. Bisogna esagerare. Certo , i cerchi-replica disponibili sul mercato del nuovo vanno bene…anche se bisogna scegliere i modelli ultraclassici : Sprintstar, BRM, Fuchs, American Racing, Erco, Radar. Bene anche i cerchi in lamiera Porsche 356 ma, comunque, se volete essere DAVVERO cool, dovrete procurarvi qualcosa di introvabile: magari una “cosina” elencata qui sopra, ma non in versione replica. Ci vuole l’originale. Un set di cerchi BRM in magnesio, così come i Mahle gas burner andrà pur lucidato una volta al giorno per non farlo ossidare, ma regalera’ l’irresistibile piacere dell’esclusività. La fatica di comporre una serie di Fuchs a petalo lungo, con il canale 4,5” davanti, vi renderà per sempre fieri di portarli attaccati ai mozzi! Che dire poi di una serie di American Racing “torque trust d” che hanno passato la vita su una Mustang Shelby? Signori: siamo nell’Olimpo del cerchio….muoviamoci con cautela, ma senza timori reverenziali.


. Cerchi Sprintstar Replica abbinati a riga rossa: una finezza.

Osiamo. Non stiamo buttando i nostri soldi. Per quanto riguarda le gomme scegliamo delle misure compatibili con l’abbassamento estremo. Davanti, se le solite 135-15 non sono sufficienti a garantire l’aria necessaria tra parafango e ruota usiamo le 135 delle s####tissime Smart, che sono bassissime di spalla e andranno benissimo. Dietro sempre Smart 185-15 se vogliamo abbassare oppure altri pneumatici non ribassati, tra 185 e 235 –15, se vogliamo inclinare in avanti il corpo vettura. Se e’ possibile (come ad esempio nel caso degli Sprintstar o dei Fuchs) differenziamo la misura dei cerchi tra asse anteriore e posteriore: 4 o 4,5 pollici davanti, 5,5 o 6 pollici dietro. Spendete i soldi necessari al fissaggio di due buone barre antirollio con supporti in uretano. Limitare il rollio in curva aiuterà i pneumatici a non interferire con la scocca, evitando nuvole di ruggine rossastra fastidiosa per chi vi segue. Va bene l’anticonformismo, ma vogliamo aggiungere un po’ di rispetto?? N.B. come accennato, alcuni particolari dovrebbero spiccare nella trascuratezza d’insieme: e’ il caso di cerchi e gomme, ma anche della meccanica in generale. Bello, infatti, osservare nel sottoscocca il contrasto tra ruggine, s*****, e particolari nuovi (appena verniciati o cromati). Non si tratta di un must, ma un rat totale parrebbe davvero eccessivo. Il messaggio da passare e’ quello che state guidando la macchina perché vi piace così, non perché vi mancavano i soldi necessari a permettervi di meglio.
Freni
Non esistono dettami di look su questo particolare. Tutto e’ lecito: dipende solo dalla vostra coscienza: saprete tenere il passo giusto? Revisionate e pulite i tamburi originali. Vi scatenerete? Montate un impianto da german look (compatibile con i cerchi da 15?) . Se volete essere al top montate l’impianto frenante di una porsche 356 B e scegliete dei cerchi che lascino occhieggiare i tamburi di alluminio alettati. Magari per l’occasione lucidateli a specchio. Vederli tra le feritoie ecciterà perfino il più ossequioso degli originalisti .

Motore.

Il rat e’ un look da esagerati. Osservate bene le foto e lo capirete. Esagerate dunque fino in fondo.
Anche se serviranno solo per fare rumore e per far fumare le gomme, preparate dei motori che tolgano il fiato quando si preme sull’acceleratore. Usate solo propulsori tipo1, alla californiana. Oltrepassate tassativamente la soglia dei due litri. Procuratevi degli alberi a cammes da gara e degli alberi motore bilanciati e contrappesati. Acquistate infine delle teste che siano delle vere e proprie bocche da fuoco.


[IPossibili interpretazioni di un motore rat: pulito e tecnologico o s***** e cattivo[/I]

Per quanto riguarda i carburatori non avrete dubbi: i tradizionali weber 48 IDA saranno l’unica scelta onesta, naturalmente in alternativa a sistemi di sovralimentazione vari ed eventuali: turbo, nos, compressori volumetrici. Ricordatevi, infine, di montare una marmitta notevole per rumore, estetica e qualità. Buoni in genere tutti i 4 1in 1 ad eccezione della produzione brasiliana. Meravigliosi i turbo muffler cromati. In alternativa considerate anche un motore “old speed” da cofano perennemente aperto: compressore Judson o kit Okrasa, entrambi da accoppiare alla marmitta Abarth. Guadagnerete in stile ma perderete in cattiveria.


Serbatoio fiammante High-tech messo in risalto da un vano trascurato

Anche il vostro cuoio capelluto si alleggerira’ durante l’estenuante ricerca. Per quanto riguarda il motore, a voi la scelta del look. Potrete mantenere i carterini vecchi e unti ed i particolari arrugginiti oppure scegliere la strada del contrasto con un vano motore rugginoso: attingerete in questo caso a piene mani alle leghe anodizzate o lucidate, alle verniciature a specchio, alle cromature di qualità.


Turbomuffler sovrastato bavetta artigianale in compensato: EAT ME!!!

Se non vi interessano le prestazioni ma vi accontentate di un look fatto solo di esteriorità non preoccupatevi: un motore originale non farà decadere la vostra dignità di ratter. Una raccomandazione: assicuratevi che sia bisunto, rugginoso e tassativamente milledue: il rat non conosce mezze misure. Ricordatevelo.

Trasmissione

Il rat e’ un look per lo più da furgoni. Anzi, da furgoni split. In ogni caso, considerando un veicolo simile dovrete eliminare i riduttori di velocità a cascata di ingranaggi che ne caratterizzano il retrotreno. A questo scopo, lasciate perdere i kit IRS, che sfruttano parti del retrotreno maggiolone ma sono troppo laboriosi da montare ed inutili ai nostri fini. Mantenete il retrotreno “swing axle” del maggiolino, più semplice, adatto e robusto. Se opterete per un motore pompato sarà necessario procurarvi un cambio irrobustito, con semiassi da corsa e superdifferenziale. Per la scelta dei rapporti siete ad un bivio. Se volete sentire il fiato mancare alla pressione del pedale, avrete bisogno di terza e quarta accorciate e ravvicinate. Se volete la velocità optate invece per un cambio “freeway flyer “ 8×31. Credete alle parole di una persona che ha vissuto questa esperienza: vedere uno split rat nello specchietto, avvicinarsi a strisciando per terra a 170-180 km/h e’ davvero Terrorizzante!!!!!

Interni

Potete anche aggiungere un volante sportivo classico ed un contagiri prezioso, ma, tendenzialmentel’interno di un rat andrà bene come lo avete trovato. Interni vissuti, ovvio. Meglio se originali.


. Sedili Cobra a riempire l’interno niente meno che di una Kubelwagen. Rimpiazzano le unità originali, probabilmente mancanti. Unica nota in buone condizioni di un interno “conciato”.

Evitate ad ogni costo la sostituzione dei rivestimenti. Se l’imbottitura e’ troppo sfondata per usarla, rimpolpatela, ma ricopritela con ciò che avevate tolto. Lasciate gli strappi e le scuciture. Se queste sono troppo grandi rammendatele da voi con ago e filo, senza fare un lavoro troppo professionale.


Sedili VW-Porsche 914 per questo split ulteriormente spartanizzato levando i pannelli delle porte.

Evitate la pulizia accurata degli interni: via la terra dai tappetini ma la patina deve rimanere. Se temete per i vostri vestiti firmati ricordatevi che per gli aperitivi alla moda forse fareste meglio a scegliere una bella Mini BMW modaiola e piena di plastica, che non arrugginisce e non attenta alla vostra eleganza. Ma il fascino?

articolo pubblicato sul NEWS MKC