L’avventura ufficiale della Volkswagen nella terra dei canguri iniziò nel 1953. Nel periodo tra le due guerre, il barone Von Oertzen si era occupato della distribuzione in Sudafrica dei modelli DKW. Dopo il conflitto era passato alla Volkswagen, che aveva aperto una filiale a Johannesburg.
L’Australia negli anni ’50 era un’economia in fermento. Ogni settimana arrivavano dall’Europa navi cariche di emigranti, tra cui moltissimi italiani, desiderosi di lasciarsi alle spalle la povertà dei loro paesi di origine. Il paese era uscito relativamente indenne dal secondo conflitto mondiale, anzi aveva tratto vantaggio dalla posizione strategica nel Pacifico.
L’agricoltura, l’allevamento del bestiame e l’industria, soprattutto quella legata alla trasformazione delle materie prime e dei prodotti locali, erano in forte sviluppo. Infine l’appartenenza al Commonwealth favoriva gli scambi commerciali. Intuendo le potenzialità di questo mercato, nel corso di un viaggio in Australia per incontrare alcuni amici di vecchia data, Von Oertzen prese accordi con la Regent Motors Holding di Melbourne per iniziare la commercializzazione dei modelli Volkswagen in quel paese.
Fu rapidamente messa in piedi una rete di distributori per coprire il vastissimo territorio australiano ed uno di questi, la Lanock Motors di Sydney, ricevette nel 1953 il primo lotto di 31 Maggiolini. Complice un’accoglienza favorevole da parte della stampa locale, le vetture furono rapidamente vendute.
Maggiolino model year 1976 australiano. Notare alcuni particolari presi dal Maggiolone. Secondo molti appassionati, è il miglior Maggiolino mai realizzato.
L’anno successivo la Regent Motors decise di passare dall’importazione di vetture complete all’assemblaggio di CKD (Car Knocked Down) provenienti dalla Germania.
Il termine CKD indica l’insieme degli elementi fondamentali per necessari per realizzare una vettura. L’importazione di automobili sotto forma di CKD da assemblare localmente, eventualmente integrandoli con componenti minori di fornitura locale, è una pratica molto comune nell’industria dell’automobile, perché consente di aggirare i dazi doganali che gravano sulle vetture complete. Il modello prescelto fu l’ovalino nella versione Export.
Il montaggio delle vetture fu affidato alla Martin & King Pty Ltd, un’azienda specializzata in costruzioni ferroviarie che aveva sede a Clayton, nello stato del Victoria. Nel 1954 furono venduti 4364 Maggiolini, dei quali 1280 erano di importazione e 3084 assemblati a Clayton con i CKD di origine tedesca, che divennero 6634 l’anno successivo.
Per promuovere la vettura, la Regent Motors decise di partecipare ai rallies locali. Si trattava di corse massacranti, che si svolgevano per migliaia di chilometri su strade sterrate attraverso il paese e nelle quali la robustezza e l’affidabilità erano di gran lunga più importanti delle prestazioni assolute. Il passaggio dei concorrenti attirava molto pubblico e le foto dei vincitori finivano sulle prime pagine dei giornali.
Il Maggiolino seppe tener fede alla sua fama, piazzandosi regolarmente ai primi posti. Le qualità della vettura e la pubblicità derivante dai successi nelle corse fecero sì che ben presto la richiesta di Maggiolini divenne superiore alla produzione. Nel 1957 la Volkswagen decise di passare dall’assemblaggio di CKD alla produzione completa del Maggiolino e di altri modelli Volkswagen. A tale scopo venne creata una nuova società, la Volkswagen Australia Pty Ltd, della quale Volkswagen deteneva il 51% delle azioni. Il resto era suddiviso tra i distributori locali. Lo stabilimento di Clayton fu ampliato ed attrezzato per la produzione di motori e vetture complete. Curiosamente, gli stampi per le lamiere della carrozzeria furono realizzati su specifiche Volkswagen dalla Chrysler Corporation Pty di Adelaide!
La produzione iniziò nel 1959. Il Maggiolino, corrispondente al model year 1960 tedesco, era realizzato in tre versioni: “Standard”, “De Luxe” e “De Luxe” con tetto apribile. I primi componenti di fornitura locale, identificati con il simbolo del canguro accanto al logo VW, furono disponibili dal 1960. Nel 1962 si raggiunse quasi il 100% di fornitura locale. Non solo i motori e i lamierati della carrozzeria, ma anche tutti i componenti principali (vetri, gomme, parti dell’impianto elettrico, sedili, vernici, …) erano prodotti in Australia, grazie ad una rete di fornitori che comprendeva le filiali australiane di aziende come Bosch, Hella, VDO, Armstrong, Dulux, Pilkington, e Henderson.
Nel 1963 Volkswagen acquisì il 100% delle azioni della filiale australiana, che cambiò nome in Volkswagen Australasia e divenne la base per l’esportazione nell’area del Pacifico. Le vetture prodotte a Clayton erano vendute anche in Nuova Zelanda, nelle isole Fiji, in Papua e Nuova Guinea, nelle isole Salomone e in molti altri arcipelaghi del Pacifico. Parallelamente il Maggiolino continuava a mietere successi sportivi, come quello nella Philip Island Race del 1960, in cui i Maggiolini arrivarono primo, secondo, terzo e quarto nella categoria. Un successo clamoroso, considerato che le vetture erano essenzialmente di serie. Degne di nota anche le performances anfibie, come l’attraversamento della baia di Sidney. Le immagini finirono su tutti i giornali.
Nel 1962 venne introdotta una particolare versione base, chiamata prima “Standard” e poi “Custom”, che rappresenta una sorta di “Cal Look” di serie. All’esterno si distingueva per l’assenza totale di cromature, anche i paraurti erano in lamiera verniciata. Internamente le finiture erano molto semplificate: il vano portaoggetti era privo di coperchio, mancava l’indicatore della benzina, il volante era privo dell’anello cromato e c’era una sola aletta parasole dal lato del conducente.
Lo stabilimento della Volkswagen Australia a Clayton, in una immagine aerea dei primi anni ’60.
Inizialmente questa strategia si era dimostrata valida. Nel 1961 Volkswagen era il secondo costruttore australiano di automobili, dopo la Holden (la filiale australiana del gruppo General Motors) e prima di Ford. L’Australia era il decimo mercato in ordine d’importanza per la casa di Wolfsburg.
Nel 1964 il numero di Maggiolini venduti raggiunse il record di 25736 unità. Purtroppo si era ancora lontani dalla stima iniziale di 50 mila vetture l’anno, sulla quale era stato deciso l’investimento nello stabilimento di Clayton. A partire dall’anno successivo le vendite presero a diminuire, al punto che nel 1968 Volkswagen decise di ritirarsi e di smantellare la fabbrica in perdita. Le presse e gli stampi della carrozzeria furono inviati in Brasile e le linee di assemblaggio dei motori in Malesia. Per qualche mese furono importate vetture complete dalla Germania, poi Volkswagen creò a Clayton una nuova azienda, chiamata Motor Producers e riprese l’assemblaggio di CKD provenienti dalla Germania, attività che proseguì fino all’agosto del 1976.
La commercializzazione fu affidata alla LNC, proprietaria della Lanock Motors,che era stato il distributore per il Nuovo Galles del Sud.
Che cosa era andato storto? Le premesse per il successo c’erano tutte. La vettura era economica, affidabile e robusta. I successi nelle corse erano sotto gli occhi di tutti. Il motore posteriore raffreddato ad aria era l’ideale per l’impiego con qualsiasi clima. La semplicità della meccanica facilitava le riparazioni in zone in cui l’officina più vicina poteva essere a centinaia di chilometri di distanza.
Infine le vetture erano realizzate con standard di qualità molto elevati, spesso superiori a quelli dei Maggiolini tedeschi. La verniciatura ed il trattamento delle lamiere particolarmente accurati hanno fatto sì che molte vetture di quel periodo siano ancora in circolazione. Molto probabilmente le ragioni del mancato successo del Maggiolino in Australia furono due.
La più importante fu la mancata innovazione del prodotto. Nel periodo fino al 1961, durante il quale vennero utilizzati i componenti di fornitura tedesca, l’evoluzione del modello seguì di qualche mese quella dei Maggiolini tedeschi, con il passaggio dal motore 1131 a quello 1192 nel 1955 e dal vetro posteriore ovale a quello squadrato nel 1957, oppure l’installazione dell’indicatore del livello del carburante nel 1961. A partire dal 1962 l’evoluzione si fermò la fabbrica di Clayton in pratica continuò a produrre fino al 1968 una specie di “model year 1962 e ½”.
Escludendo il motore 1300, introdotto nel 1966, non ci furono tutte quelle migliorie e innovazioni di cui beneficiarono i Maggiolini tedeschi nello stesso periodo. I freni a disco, il motore 1500, il riscaldamento migliorato, le superfici vetrate allargate, l’impianto elettrico a 12 Volt e la trasmissione semiautomatica arrivarono solo nel 1968, quando la produzione locale venne sospesa e si importò un lotto di vetture complete fabbricate in Germania.
Progressivamente il Maggiolino perse terreno di fronte alla concorrenza, soprattutto a quella giapponese, che offriva vetture esteticamente poco accattivanti, ma economiche, spaziose, affidabili e soprattutto con l’aria condizionata, accessorio molto gradito dagli automobilisti locali.
Con il ritorno all’assemblaggio dei CKD tedeschi, il Maggiolino fu offerto con le motorizzazioni 1300 e 1500, quest’ultima con cambio semiautomatico in opzione. La percentuale di componenti di fornitura locale andò progressivamente calando. Poiché le vendite erano inferiori alle attese, gli impianti della Motor Producers furono utilizzati anche per l’assemblaggio di vetture Volvo e Nissan e di veicoli industriali Mercedes.
Nel 1971 arrivò il Maggiolone (prima il modello “1302” e successivamente il “1303”), che in Australia venne chiamato “Superbeetle”, per distinguerlo dal modello tradizionale, chiamato semplicemente “Beetle”. Era disponibile in due versioni, identificate con le sigle “Volkswagen L” e “Volkswagen S”, entrambe con motore 1600. Il modello base, con la carrozzeria e le sospensioni tradizionali, conservava il motore 1300. Il “Superbeetle” rimase in produzione dal 1971 al 1975. Nella gamma 1976 rimase solo il modello normale, che a dire il vero era un modello un po’ speciale, perché combinava la carrozzeria e le sospensioni anteriori a barre di torsione del Maggiolino con il motore 1600, le sospensioni posteriori, i paraurti, i fari posteriori e i freni anteriori a disco del “1303”.
All’interno, la plancia era quella del “1302”, mentre i sedili ed il resto degli arredamenti interni erano presi dal “1303”. Il tutto era assemblato con la cura tipica dei Maggiolini australiani, al punto che molti appassionati pensano che il model year 1976 australiano sia in assoluto il miglior Maggiolino mai realizzato. Gli ultimi esemplari lasciarono la fabbrica di Clayton nell’agosto del 1976, ma si dovette attendere fino al marzo dell’anno successivo perché trovassero un acquirente. Ormai il mercato australiano non aveva più alcun interesse per il Maggiolino, che comunque era stato messo fuori mercato dalle severe normative sulle emissioni. L’impianto di Clayton, venne ceduto alla Nissan e per i nuovi modelli si passò all’importazione di vetture complete dalla Germania.
In totale dal 1953 al 1977 in Australia furono venduti 260055 tra Maggiolini e Maggioloni. Quasi tutti uscirono dallo stabilimento di Clayton, attivo dal 1954 al 1976. Lotti di vetture complete furono importati dalla Germania soltanto nel 1953 e nel 1968.
La versione cabriolet rimase in vendita solamente nel 1961, e stranamente non incontrò il favore del mercato. Considerando anche le vetture importate da privati, i cabriolet circolanti in Australia oggi sono così rari che molti, vedendone passare uno, pensano che si tratti dell’opera di qualche carrozzeria locale.
Articolo pubblcato su MKC NEWS – di Luca “Phormula” Stramare