Boonie Bug

Una delle infinite incarnazioni della meccanica VW, in un mezzo tanto sconosciuto e raro quanto spigoloso e dall’estetica non proprio digeribile da tutti.
Via di mezzo fra show-car, furgone superfluo e fuoristrada improbabile, ma col fascino delle porte ad ala di gabbiano e il motore sporgente dalla carrozzeria, era un veicolo in kit da costruire basandosi sui disegni forniti da un certo Robert Q. Riley attraverso la rivista Popular Mechanics, al prezzo di 14 $.

L’idea dietro questo mezzo era di creare uno sviluppo del concetto Dune Buggy, con anche spazio interno per dormire e campeggiare.

Bisognava sacrificare un vecchio pulmino VW (che all’epoca non valeva nulla): si prelevava il suo pianale, lo si accorciava di 16,5 pollici (circa 420 mm) e bisognava poi fabbricarsi i pannelli della carrozzeria, da fare in vetroresina applicata ad una base di poliuretano. Nessuno impediva però di realizzarsi questi pannelli in metallo, ma comunque questa tecnica è stata applicata per la prima volta proprio in questo veicolo, tanto che anche John Z. Delorean, quando stava progettando la sua famosa auto DMC-12, pensò all’inizio di costruirla con questo metodo di pannellatura (l’idea per le porte ad ali di gabbiano della Delorean sarà venuta da qui?).
Si otteneva così una sfida al buonsenso aerodinamico e ai veicoli di serie, ma era pur sempre l’America degli anni ’70, con i suoi eccessi e le sue stravaganze.

E’ possibile veder un Boonie Bug nel film “Atto di forza” (“Total Recall”) interpretare il ruolo di un veicolo dei marziani!

Credits: Luigi B.