35 anni fa, il 25 Aprile del 1985, veniva inaugurato il Museo Volkswagen.
Già nel 1954, sotto la direzione di Heinrich Nordhoff, la Volkswagen aveva cominciato a mettere da parte i pezzi più rappresentativi della propria produzione e addirittura a ricomprare sul mercato eventuali e significativi pezzi mancanti.
Nel 1967, la collezione venne organizzata e ospitata in un’ala non utilizzata dello stabilimento di Wolfsburg, senza tuttavia essere ufficialmente aperta alle visite.
A inizio anni ’80 venne presa la decisione di dare alla collezione l’importanza che merita, attraverso l’organizzazione di un vero e proprio museo. Venne scelta come sede una costruzione a solo 3km dallo stabilmento, risalente al 1966, che era stata la fabbrica di tessuti “Herrenkleiderwerke Odermark”.
Il Museo ospitò per i primi anni anche pezzi delle altre marche del Gruppo: Audi, DKW, Horch, NSU e nd Wanderer.
Infine, il 1° Gennaio 1992, venne scelto di dare al Museo la veste ufficiale di Fondazione a sè stante, staccata dalla Volkswagen AG. Da allora, il museo si chiama “Stiftung AutoMuseum Volkswagen” (Fondazione Museo dell’Automobile Volkswagen).
Nel 2001, venne sottoposto a una pesante ristrutturazione e da allora espone solo modelli del marchio Volkswagen.
Una parte dei modelli è anche esposta presso la vicina attrazione per visitatori AutoStadt.
Per ogni appassionato di Maggiolini, lo Stiftung AutoMuseum Volkswagen (insieme alla Autostadt) è un po’ la mecca, il luogo da visitare almeno una volta della vita, meglio se arrivando a bordo del proprio Maggiolino.
Impossibile elencare tutto quello che c’è in esposizione: oltre ai modelli, si possono ammirare anche prototipi, studi di design, pezzi unici. Una sezione a sè stante chiamata “Motoren-Kabinett” espone motori e gruppi cambio.
Siete fra coloro che hanno già assolto il comandamento di visitare il Museo? Postateci qualche foto, così da intrattenerci in questa noiosa quarantena!